..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

Translate

venerdì 9 marzo 2018

Il lavoro altrui e la morale

...... Ci si risponde che oggi è impossibile di restar ricco, di conservare e ancor dì meno d'aumentare la sua fortuna, senza lavorare. E sta bene , ma intendiamoci: c'è lavoro e lavoro; c'è il lavoro della produzione, e c'è il lavoro dello sfruttamento. Il primo è quello del proletario, il secondo è quello dei proprietari, in qualità di proprietari. Colui che fa fruttare le sue terre, coltivate dalle braccia d'altri, sfrutta il lavoro d'altrui; colui che fa valere i suoi capitali, sia nell'industria, sia nel commercio, sfratta il lavoro d'altri. Le banche che si arricchiscono con le mille transazioni del credito, i finanzieri che guadagnano alla Borsa, gli azionisti che percepiscono dei grossi dividendi senza muovere un dito. Tutta questa gente sono lavoratori, ma che lavoratori, sommi dèi ! Dei grassatori, degli sfruttatori di strada. E si noti bene che i ladri e i briganti ordinari sono più seriamente dei lavoratori, perché, almeno, per arricchirsi, fanno uso delle loro proprie braccia. È evidente, per chi non vuol essere cieco, che il lavoro produttivo crea la ricchezza e dà al lavoratore la miseria; e che solo il lavoro improduttivo, di sfruttamento, dà la proprietà. Ma poiché nel la proprietà sta la morale, è. chiaro che la morale, tal quale l'intendono i borghesi, consiste nello sfruttamento del lavori altrui. 
Michail Bakunin