..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 1 agosto 2017

L'errante inafferrabile

Passare, cogliendo l'impressione, gustando nuove sensazioni e nuovi sapori; e poi rimettersi di nuovo in marcia, sempre! Magari verso qualche terra irraggiungibile. Nomade, pellegrino, vagabondo, in esplorazione, alla conquista; insoddisfatta come don Giovanni con un amore più importante: la veste che si vuole lacerare è una vela all'orizzonte.”
Zo D'Axa “Da Mazas a Gerusalemme”

Una caratteristica dell'individuo refrattario è la propensione al viaggio, al movimento continuo, alla camminata solitaria; un piacere inesauribile che lo spinge a valicare sempre nuovi confini. L'individuo errante non si accontenta di raggiungere territori inesplorati, vuole oltrepassare perennemente l'orizzonte, conoscere il vivente e assaporarne la più intima essenza. Vagabondo del pensiero, percorre i vasti spazi della conoscenza, della fantasia e del sogno; nomade instancabile, affronta l'esistente frantumando le barriere che il dominio erige per limitare la sua libertà e per opprimerlo. L'io errante demolisce anche quelle mura che la società autoritaria si è costruita per difendersi dalle proprie paure, dalle ossessioni dell'ignoto e soprattutto della libertà. Miliardi di persone si rifugiano nella rassegnazione, nell'abitudine servile, nell'accettazione inconfutabile del potere. Le catene dello sfruttamento vengono ritenute indispensabili strumenti della sopravvivenza. La cultura della schiavitù viene trasmessa geneticamente ai figli e alle future generazioni. Secondo la mentalità gerarchica dell'umanità il vivente non può fare a meno della gigantesca gabbia in cui e rinchiuso. L'errante irrefrenabile non tollera l'esistenza di questa e lotta strenuamente per distruggerla e liberare se stesso e quegli individui che vogliono percorrere gli spazi aperti, manifestare le proprie potenzialità. L'errante è un indesiderato, un bandito (nel senso etimologico del termine), un sovversivo perché il suo pensiero e la sua azione suscitano l'indomabile fiamma della rivolta; fin dalla nascita egli ricalcitra contro le convenzioni della famiglia e dell'ambiente sociale, disprezza la scuola, la religione, le mode, il sistema economico e il denaro, così anche tutte le leggi e i luoghi della costrizione. Il nomade rifugge il lavoro salariato, preferisce rinunciare a tutti i falsi beni di consumo piuttosto che piegare miseramente la schiena sotto un padrone, ignora i miti e i modelli che la società costruisce per alleviare la sofferenza della propria prigionia. Uno di questi, la tecnologia, la considera un organismo artificiale che pretende di sostituirsi al vivente e al contempo lo distrugge.
L'individuo errante preferisce relazionarsi con l`altro in maniera diretta. autentica, rifiutando la mediazione tecnica e la comunicazione virtuale. L'indomito vagabondo non si adegua alla civiltà, la sente profondamente estranea; il suo costante e inesausto peregrinare gli evita di cadere nella sua rete mortale _ L'errante sfugge ad ogni definizione, è inclassificabile agli schemi e alle catalogazioni che il potere (e in generale gli uomini) utilizzano per studiare e sfruttare il pianeta, è imprevedibile. L`io nomade nella propria mobilità esistenziale vive il presente intensamente, non pensa al passato e non si cura del futuro, si autocrea nell'attimo, gode l’immediato; egli non ha una patria e non desidera vivere a lungo in una città o in un altro luogo. La mani voraci del dominio che cercano di ghermirlo, di arrestarlo e di sottometterlo alla fine rimarranno vuote. L'errante è inafferrabile.