..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 18 agosto 2017

L’impeto refrattario

Una forza naturale e indomabile insita nei viventi scuote da sempre la struttura del dominio e della società. L'impeto refrattario fa tremare le artificiali e precarie fondamenta del potere (nelle sue varie forme politiche, economiche, religiose, morali e culturali) che nel corso del tempo sono state costruite sullo sfruttamento e sulla morte. Ogni individuo dotato di energia vitale non si adegua volontariamente all'esistente ma lo contrasta con tutti i mezzi a sua disposizione. Gli esseri viventi nascono liberi e con una propria unicità che non desidera essere sottoposta a coercizioni, a limiti, tanto meno a prigionie.
Quando l'io prende coscienza di sé inizia una lotta incessante con una realtà sociale che lo vuole plasmare nei suoi innumerevoli “valori” basati sull'autoritarismo e sull'oppressione. Nei primi mesi di vita l'individuo viene educato (prima dall'ambiente famigliare poi dalla scuola) per diventare un “buon cittadino”, un “lodevole studente”, un “lavoratore produttivo”, un “bravo genitore”, un “generoso consumatore di merci”. L'addestramento viene completato dalle nuove tecnologie mediatiche che bombardano incessantemente la sua mente. Ma l'egoista refrattario respinge con veemenza questo sistema omologante e si adopera per bloccare questo gigantesco meccanismo distruttore.
L'individuo ribelle comprende benissimo che per manifestare e difendere la propria libertà (e quella dell'intero vivente) deve necessariamente scontrarsi con il dominio. L'io refrattario non rinvia la lotta a un incerto domani (in attesa di creare o usufruire di organizzazioni politiche rassicuranti) ma intraprende fin da subito la propria lotta senza tregua e se in questo frangente incontra altri indomabili affini si unisce a loro per rendere più efficace la sua battaglia.
L'individuo ribelle è un vagabondo del pensiero, un nomade della conoscenza e di tutti i territori esistenziali; afferra ciò che desidera e lo divora senza ritegno, gode il presente e ignora il futuro, detesta la rinuncia e per evitarla è disposto ad affrontare rischi estremi. La conquista dell'esistente da parte dell'io è possibile soltanto liberando l'impeto refrattario, questa fiamma primigenia che ci muove fin dal primo respiro. Quanti solerti funzionari del dominio si adoperano per soffocarla! Per spegnere la brace che arde silente nel nostro gesto sovversivo! Ma nessuno alla fine può opporsi al sorgivo impulso ribelle che frantumando ogni barriera diviene danza gioiosa del vivere.