..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 11 marzo 2017

Bologna 11 Marzo 1977: Cronaca degli avvenimenti

Venerdì 11 marzo 1977 ore 10 assemblea di Comunione e Liberazione all'università, partecipano circa 400 persone.
Cinque studenti di medicina, appartenenti ai collettivi autonomi, che si erano presentati all'entrata, vengono malmenati e cacciati brutalmente dall'aula.
La notizia si sparge nell'Università, e accorrono una trentina di compagni che vengono dapprima fronteggiati da un centinaio di ciellini.
L'aggressione dei cosiddetti "autonomi" consiste nel lancio di slogans e scambi verbali.
Scatta la provocazione preordinata: i ciellini si barricano all'interno dell'aula, uno di loro, d'accordo con un professore, che intanto aveva interpellato il rettore Rizzoli, chiede l'intervento della polizia e dell'ambulanza, prima ancora che succedesse qualcosa.
Nel frattempo, fuori dall'Istituto di Anatomia, si raggruppa un centinaio di compagni/e lanciando slogan contro CL......
Dopo appena mezz'ora arrivano la polizia e i carabinieri con le autoblindo, cellulari, camion e jeep, in numero certamente spropositato.
I compagni escono allora dal giardino antistante l'istituto e si raccolgono sul marciapiede nei pressi del cancello. Un primo gruppo di carabinieri entra e si schiera nel giardino a difesa dell'istituto; un secondo gruppo esegue la stessa manovra, sta per entrare, ma inaspettatamente si scaraventa caricando i compagni/e manganellandoli senza motivazione.
I/le compagni/e scappano verso Porta Zamboni; parte la prima carica di candelotti.....ritornando verso Via Irnerio i compagni/e vengono bloccati da una autocolonna di PS e carabinieri, ed è a questo punto che un carabiniere spara ripetutamente. Per difendersi viene lanciata una molotov contro la jeep.
Poi in via Mascarella, un gruppo di compagni ritornando verso l'università, trovano uno sbarramento di PS e carabinieri  provenienti da via Irnerio e che li carica sparando colpi di pistola.; nel gruppo si trovava anche Francesco Lo russo, militante di Lotta Continua. Partono le prime raffiche di mitra: alcuni compagni scappano verso l'università risalendo Via Mascarella.
Una pistola calibro 9 si punta sui compagni ed esplode 6 - 7 colpi in rapida successione: lo sparatore (come testimonieranno i lavoratori della Zanichelli), indossa una divisa senza bandoliera, e un elmetto con visiera; prende la mira con precisione, poggiando il braccio su di una macchina.
Francesco, sentendo i primi colpi, si volta, mentre corre con gli altri, e viene colpito trasversalmente. Sulla spinta della corsa percorre altri 10 metri....poi cade sul selciato sotto il portico di Via Mascarella. Quattro compagni lo raccolgono e lo trasportano fino alla libreria "Il Picchio", dove un'ambulanza lo porta all'ospedale.
Francesco vi giunge morto. Era rimasto a studiare fino alle 12,30 e solo allora era sceso in strada. ....La polizia si ritira in questura......
La notizia che la polizia ha ucciso un compagno si sparge in fretta. Radio Alice la diffonde alle 13.30. Da quel momento in poi, la zona universitaria è un fluire di compagni e compagne. Tutti gli strumenti di informazione che il movimento possiede sono in funzione, dalle parole alle radio ...... all'incredulità e al disorientamento, si sovrappongono il dolore e la rabbia......
L'Università si organizza per evitare nuove provocazioni della polizia; vengono chiuse le vie d'accesso alla zona per evitare nuove provocazioni, ogni facoltà si riunisce, e dalle assemblee improvvisate emerge con chiarezza che l'assasinio di Francesco è tutto tranne un "incidente". Vengono fatte telefonate ai vari CdF e si manda una delegazione alla Camera del Lavoro per chiedere l'adesione al Corteo. La rabbia e il dolore si fanno crescenti e la maggioranza dei/delle compagni/e individua gli obbiettivi e le risposte che il movimento vuole dare. La libreria di C.L. "Terra promessa" ridiventa per la terza volta "Terra bruciata"....
Si organizzano i servizi d'ordine, allo scopo di garantire l'autodifesa del corteo e da tutte le parti si grida che l'obbiettivo è ... Colpire la DC!!! .... Partono in corteo 8000 compagni/e colmi di dolore e rabbia, che si dirige verso la sede della DC.
Sono le 17.30. Il corteo è in Via Rizzoli; Vengono spaccate tutte le vetrine della via centrale. In Piazza Maggiore il PCI si raccoglie intorno al Sacrato dei Caduti ..... i compagni continuano ... spaccano tutto. Nei pressi della sede della D.C. la polizia carica la testa del corteo, scatenando nuovi scontri. Durante la manifestazione vengono dati alle fiamme l'ufficio del Resto del Carlino, due commissariati, la libreria di CL e diverse vetrine ..... Poi ci si dirige verso la Stazione FS, si occupano i binari ...... si ritorna all'Università.
La giornata si conclude con un enorme assemblea al cinema Odeon ...... Si organizza il viaggio a Roma per l'indomani ........ Nella notte vengono effettuati numerosi arresti e perquisizioni domiciliari.
Fin da subito è chiaro a tutti che l'omicidio di Francesco non è stato casuale ma un ennesimo attacco premeditato che ha visto in azione le truppe di Kossiga.





Francesco Lo Russo, al centro con i baffi, sorride. L’11 marzo verrà assassinato dai carabinieri