"Mi sento come dentro una gabbia dorata. Tutto perfetto, le carte ordinate, le penne colorate dentro gli astucci... una pantera nera passa sopra la mia scrivania. È lenta, sta abbassando il muso sulle mie carte, sopra i miei libri, gira la testa a destra e a sinistra, si gira verso quel foglio, annusa questa penna, cammina piano e si ferma di tanto in tanto. Un pelo lucidissimo che posso vedere in riflesso blu sotto la lampada da studio. È notte e ascolto i Massive Attak. Una pantera con le zampe morbide e il collo possente. Non vedo i suoi occhi... i suoi occhi stanno analizzando la mia mente degli ultimi mesi tutta depositata come su un tavolo di obitorio, qui sopra questa larghissima e lunga scrivania. Mi risparmia il pc, mentre contina a camminare sul legno piano; è accuratamente soffice ed esperta a non distruggere e graffiare i fogli. Ci passa sopra come non fosse mai stata qui. Vuole che tutto rimanga così, come nella scena di un delitto. Risparmia di darmi un’occhiata. Sento che annusa e fiuta ogni cosa che mi sia passata per la testa in questo passato recente di idee, progetti e parole scritte, salvate ed inviate. Adesso si ferma e si gira verso di me. Dio, come è bella e spietata. Rimango seduta come in attesa della fine: aspetto che mi faccia capire l’unica cosa che in questi mesi non ho voluto confessarmi. “Tu sei confusa, e io ti anniento”. La pantera ha scandagliato tutte le mie carte. E dietro quelle, ha visto oltre i miei occhi la distanza infinita tra me e le cose che faccio. Vorrei esser leccata in bocca da lei. Vorrei supplicarla di risparmiarmi con un atto di amore. Ma corrompo lei e me stessa. Vorrei dire che le carte e le pagine che scrivo sono perfette, seguono un filo logico, non sono disordinate, frammentate e disgregate. Sono perfette. La pantera continua a fissarmi. Io vorrei comunicare amore, sesso, trasgressione e libertà. Vede anche questo. Sento il suo fiuto addosso. Il tuo graffio per un’idea. Una parola. Un’immagine. Invece di questa gabbia dorata. La pantera mi guarda e so cosa vuole. È venuta a parlarmi della minaccia. Ma mi risparmia il corpo e va via."
Un’amica di un tempo