..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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domenica 16 settembre 2012

Chi racconta la Storia?

Qualche giorno fa mi son voluto documentare un po’ di più sulla figura di Felice Orsini; vecchi ricordi scolastici, confermati dalla visione del film del 2010 “Noi credevamo” di Mario Martone, mi indicavano Orsini come l’esecutore dell’attentato a Napoleone III nel 1858. Per amore della Storia voglio ricordare che l’attentato nasceva nell’ambiente dei fuoriusciti italiani in Inghilterra; mente del complotto era stato Felice Orsini, membro di società segrete fin dal 1844 e già deputato alla costituente della Repubblica Romana nel 1849. Scampato alla repressione restauratrice aveva aderito alla mazziniana «Giovine Italia» e, per conto di Mazzini, aveva guidato numerosi moti rivoluzionari (Sarzana, Magra, Valtellina e Milano) tutti falliti. Nel 1857 Orsini ruppe i legami con Mazzini e cominciò a preparare l'assassinio di Napoleone III. Cause scatenanti dell'odio verso il monarca francese furono l'aver affossato la neonata Repubblica Romana e l'avere rotto il giuramento che lo legava alla Carboneria. La sera del 14 gennaio 1858, dopo averle progettate, confezionò cinque bombe con innesco a fulminato di mercurio, riempite di chiodi e pezzi di ferro, poi divenute una delle armi più usate negli attentati anarchici, col nome di "Bombe all'Orsini" insieme a Giuseppe Pieri, Carlo Di Rudio e Antonio Gomez, riuscì a scagliare tre bombe contro la carrozza dell'imperatore, giunta tra ali di folla all'ingresso dell'opéra di rue Le Peletier. L'attentato provocò una carneficina, con 12 morti e 156 feriti, ma Napoleone fu protetto dalla carrozza blindata e rimase illeso, così come l'imperatrice Eugenia, anche se sbalzata sul marciapiede e completamente coperta dal sangue delle vittime. Orsini e i suoi complici, favoriti dal panico scatenatosi, riuscirono a fuggire, ma vennero arrestati dalla polizia poche ore dopo, nei rispettivi alberghi. Nel processo che seguì, Orsini e Pieri vennero condannati a morte in quanto colpevoli di avere attentato alla vita del re, mentre agli altri cospiratori fu comminato l'ergastolo.
Esaurita la curiosità storica, nel libro che avevo in mano mi cade l’occhio su questa frase: “Orso Teobaldo Felice Orsini fu un patriota e scrittore italiano, noto per aver causato una strage, nel tentativo di assassinare l'imperatore francese Napoleone III”. Rimango sbigottito dalla parola “patriota” ….. ma come, fa fuori 12 persone ne ferisce più di 150 ed è un patriota mentre Gaetano Bresci che uccide solo Re Umberto I viene additato come terrorista?! Le insurrezioni, le rivoluzioni non sono mai state fatte e non si faranno mai con il lancio di petali di rose, ma con le armi e col sangue; nascono dallo sfruttamento, dal malcontento popolare; Orsini e Bresci hanno agito per lo stesso nobile scopo, combattere i repressori per la libertà e l’uguaglianza. Ma allora perché questa distinzione? Esistono bombe buone e bombe cattive? Certo che no, le bombe sono tutte uguali, quello che cambia è chi ti racconta e come racconta la Storia.
Chi comanda, chi governa manipola la storia. Naturalmente non può cambiare i fatti, ma li fa vedere sotto un’ottica diversa raccontandola a modo suo. Un esempio tipico è Mazzini: essendo repubblicano è stato perseguitato, condannato ed esiliato da Vittorio Emanuele II, le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero alla latitanza fino alla morte, additato come elemento pericoloso, oggi si direbbe terrorista, e i libri di storia lo trattarono come tale. Questo fino al 2 giugno 1946 quando le cose son cambiate grazie alla vittoria della repubblica sulla monarchia nel 1° referendum popolare, da quel momento Mazzini viene rivalutato, non più criminale ma patriota tanto che, dopo qualche settimana, la sua mummia, fu sistemata ed esposta al pubblico in occasione della nascita della Repubblica Italiana.
Ci sono anche degli esempi attuali: durante il primo governo Berlusconi, la destra andando al potere, ha tentato di far passare come atto terroristico l’attentato di via Rasella a Roma fatto dai partigiani nel 1944, quasi volendo giustificare poi la rappresaglia nazista con l’eccidio delle Fosse Ardeatine; se non ricordo male è stato fatto un processo per l’attentato che fortunatamente si è risolto con un nulla di fatto, evitando di infangare i nomi dei partigiani. E lo stesso Berlusconi, non ha tentato varie volte di santificare il suo compare Bettino Craxi? E son sicuro che se la seconda guerra mondiale fosse finita in modo diverso con la vittoria dei nazi-fascisti, i partigiani sarebbero stati colpevolizzati di terrorismo e coperti di infamia.

Questo sta a dimostrare che è il popolo che fa la storia ma sono i governanti che la raccontano.