..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 26 maggio 2012

Esaminiamo l’aggettivo “rivoluzionario”

L’Italia degli anni Settanta sfornò una quantità di tali militanti. Oggi questo attributo è vago e subordinato a quello di terrorista. Oggi siamo nell’epoca di chi chiama terrorista pure una banda di tifosi che si scontrano con la polizia. Delirio o farsa, è che lo fa un magistrato.
Allora bisogna occuparsi di aggettivi. Terrorista è il bombardamento aereo di una città. Non ha altro scopo fuori di quello di procurare strage a casaccio e seminare terrore tra indifesi e inermi. Il terrorismo comincia a Guernica nel 1937, sotto le bombe sganciate dalle ondate di attacchi della divisione Condor della Luftwaffe sopra un obiettivo civile che non aveva nulla di strategico, in un giorno di mercato. Rispetto a questo terrorismo, tutto quello che oggi va sotto questo nome è sfumatura.
In Italia c’è stato il terrorismo ed è stato di Stato. È stato di Stato: uno Stato al quadrato. Alimentato da apparati interni alle pubbliche istituzioni, con esplosivo scoppiato sui treni, in piazze, dentro banche: è rimasto impunito. Consiglio perciò questa facile distinzione: considerate terroristi gli impuniti di stragi. La loro impunità garantisce l’aggettivo.
Secondo termine da definire: rivoluzionario. Non ha niente da spartire con lo scalmanato, il ribelle, l’attaccabrighe, il clandestino. È stata una lunga specializzazione pubblica, dal basso, che si è urtata contro tutti i poteri costituiti, senza mediazione.
Il Partito Comunista italiano non fu mediatore, ma nemico storico e giurato di tutto quello che si muoveva fuori di sé alla sua sinistra. La Terza Internazionale, apparato sovietico che legava a sé tutti i partiti comunisti, lo aveva dimostrato eliminando fisicamente gli anarchici durante la guerra civile spagnola. Il PCI veniva da questa lezione e la proseguiva. In tutto l’arco parlamentare non c’era un cane che mediasse tra le istituzioni e i rivoluzionari italiani degli anni Settanta.
Ma le lotte sociali dei rivoluzionari non avevano obiettivi estremisti. Si organizzavano autoriduzioni collettive, si organizzavano occupazioni di case lasciate vuote da speculatori, per chi non aveva un tetto, si lottava in fabbrica per migliorie di ambiente e sicurezza, nell’esercito contro l’arretrato trattamento del soldato di leva. I rivoluzionari puntavano a obiettivi pratici e moderati. Ma la repressione contro di loro fu massiccia e smisurata, così da trasformarli lentamente in rivoluzionari a tempo pieno. I militanti della sinistra rivoluzionaria italiana sono stati i più incarcerati per motivi politici di tutta la storia d’Italia; molto più in termini di detenzione dei prigionieri del ventennio fascista.
Questo è per aggiornare un po’ il vocabolario.